chiudere e rimuovere la mostra sulle foibe
RECLAMO PER LA CONTROVERSA MOSTRA SULLE FOIBE NEL PARLAMENTO EUROPEO
Egregia Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, Egregio Questore del Europeo Kosma Złotowski,
In data 31 gennaio 2025, otto deputati del Parlamento Europeo Vi hanno indirizzato una lettera aperta riguardante la mostra sulle foibe, il cui organizzatore è il deputato italiano Stefano Cavedagna (ECR). Nella missiva, abbiamo espresso le nostre preoccupazioni in merito alla suddetta mostra, inaugurata il 10 febbraio 2025, al Parlamento Europeo di Strasburgo, a margine della sessione plenaria di febbraio. Purtroppo, le nostre perplessità non solo si sono confermate, ma il contenuto della mostra si è rivelato ancora più problematico di quanto si potesse inizialmente presumere dall’annuncio.
A solo un giorno dall’inaugurazione, la mostra sulle foibe, con il suo contenuto controverso, sta suscitando straordinaria indignazione, non solo tra i deputati del Parlamento Europeo, ma anche più ampiamente nella comunità accademica, in particolare tra gli storici.
Dall’esame dei contenuti dei pannelli espositivi, emerge con assoluta evidenza una totale discrepanza tra i fatti storici e i dati riportati, nonché una rappresentazione fallace e profondamente dannosa della storia recente di Slovenia, Italia e Croazia del periodo in cui generazioni in tutta Europa subirono sofferenze immani, principalmente a causa del regime fascista. Quest’ultimo inflisse per oltre due decenni tormenti indicibili a milioni di persone. La prima resistenza al fascismo emerse nei primi anni Venti del secolo scorso nei territori del Litorale e dell’Istria, e la lotta di liberazione nazionale e l’esercito partigiano jugoslavo sono ancora oggi considerati il più efficace movimento di resistenza europeo contro le tendenze fasciste. È quindi del tutto evidente che l’antifascismo costituisce il fondamento dell’Europa libera e sovrana di oggi. Come è altrettanto chiara la verità storica: il Litorale, l’Istria, il litorale croato, la Dalmazia e le isole adriatiche furono liberati grazie alla forza dell’adesione volontaria di massa al movimento partigiano e alla volontà popolare.
Alle soglie di una nuova era di superamento delle frontiere, inaugurata dalla Capitale Europea della Cultura Nova Gorica-Gorizia 2025, è assolutamente inaccettabile che una minoranza di individui, mossi dall’intento di dividere e, evidentemente, di fomentare l’odio, riceva l’opportunità di presentare manipolazioni nell’istituzione centrale dell’Unione Europea – il Parlamento. Questo è controverso ed estremamente dannoso. Le conseguenze di tali azioni non “si estinguono” con la conclusione, in questo caso specifico della mostra sulle foibe, ma generano nuovi tentativi di disgregazione dei postulati fondamentali dell’UE. Quest’ultima, l’UE, dovrebbe proteggere e rafforzare i valori della pace e del rispetto reciproco, il che è possibile solo attraverso il riconoscimento delle verità storiche.
Come già evidenziato, il nostro scetticismo sulla mostra delle foibe, che nella nostra iniziale lettera di protesta potevamo solo presagire, si è rivelato una cruda realtà che ora trova legittimazione nel Parlamento Europeo.
I contenuti esposti nella mostra, infatti, minano direttamente e indirettamente le disposizioni dei Trattati dell’Unione e diffondono falsità, sotto la superficie delle quali si cela evidentemente la chiara intenzione dell’organizzatore di dividere le persone e consolidare politiche ideologicamente motivate. Che queste affermazioni non rappresentino un mero confronto politico tra politici di diverse vedute, ma un deliberato tentativo di minare i postulati della comunità europea, che ha trovato il suo significato primario proprio nella vittoria sul nazifascismo, è confermato anche dalle conclusioni della stimata e internazionalmente riconosciuta storica slovena dr. Nevenka Troha dell’Istituto di Storia Contemporanea.
È importante sottolineare che la dr. Troha è stata membro della commissione storico-culturale italo-slovena. La Commissione, dopo sette anni di lavoro, nel 2000 ha adottato un Rapporto che fa luce sulle relazioni tra Slovenia e Italia nel periodo 1880-1956 e, attraverso i fatti, inquadra gli eventi reali, anche per il periodo durante e dopo la seconda guerra mondiale nel territorio di entrambi i paesi. Non è superfluo ricordare che proprio questo periodo viene sfruttato da non pochi politici, anche in occasione della commemorazione della giornata italiana delle foibe, esclusivamente per i propri interessi politici, incuranti del danno catastrofico causato dalla manipolazione dei fatti storici. Vale la pena ricordare ancora una volta che la politica ufficiale italiana non ha mai riconosciuto né approvato il Rapporto, nonostante gli appelli della comunità accademica e dei rappresentanti ai più alti livelli della politica slovena.
Vi preghiamo di permetterci di allegare alla presente lettera la comunicazione della storica slovena dr. Nevenka Troha riguardante il contenuto dei pannelli espositivi della mostra sulle foibe, attualmente allestita al Parlamento Europeo di Strasburgo (allegato in calce). Dalla comunicazione emerge chiaramente che il contenuto della mostra allestita manipola i fatti storici, cosa che a nostro avviso non può essere attribuita a superficialità o ignoranza dei fatti, in quanto questi sono chiaramente e precisamente documentati nel già citato Rapporto della commissione storico-culturale italo-slovena.
Egregia Presidente del Parlamento Europeo, Egregio Questore,
È nostra responsabilità comune prendere le giuste decisioni sulla base dei fatti e delle evidenze disponibili. Decisioni che, per quanto difficili, sono necessarie per costruire passo dopo passo un’Unione Europea forte, la cui nascita fu accompagnata dalla visione dei padri fondatori dell’idea europea. Quella che vogliamo consegnare ai nostri posteri. Siamo fin troppo minacciati in questo periodo da politiche e politici che non vivono la missione pacifica dell’Unione, ma la minano con simulazioni, menzogne e, purtroppo troppo spesso, anche con ultimatum e minacce. Continueremo a permetterlo?
Confidiamo che abbiate una risposta appropriata a questa domanda. Confidiamo anche che farete tutto quanto in vostro potere per revocare immediatamente la mostra sulle foibe e richiederne la rimozione. In conclusione, desideriamo invitare tutti coloro che si trovano al bivio tra innumerevoli strade che da un lato conducono al passato, alle divisioni e all’istigazione all’intolleranza, e dall’altro al futuro, alla convivenza pacifica e al rispetto, a volgere lo sguardo verso Nova Gorica e Gorizia e a visitare la Capitale Europea della Cultura 2025.
Se mai, progetti come la Capitale Europea della Cultura devono, proprio in tempi di numerose provocazioni, unirci nel nostro fermo impegno a scegliere sempre, a questi bivi, la direzione del futuro, della convivenza pacifica e del rispetto. A questo ci chiama la Capitale Europea della Cultura Nova Gorica – Gorizia 2025, il cui messaggio è stato confermato anche dalla partecipazione congiunta all’inaugurazione della Presidente della Repubblica di Slovenia dr. Nataša Pirc Musar e del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Siete i benvenuti!
In attesa del Vostro cortese riscontro, Vi porgiamo i nostri più cordiali saluti,
Matjaž Nemec, deputato al Parlamento Europeo (S&D, Slovenia)
Marko VEŠLIGAJ, deputato al Parlamento Europeo (S&D, Croazia)
Marjan ŠAREC, deputato al Parlamento Europeo (Renew, Slovenia)
Vladimir PREBILIČ, deputato al Parlamento Europeo (Verdi, Slovenia)
Gordan BOSANAC, deputato al Parlamento Europeo (Verdi, Croazia)
Irena JOVEVA, deputata al Parlamento Europeo (Renew, Slovenia)
Biljana BORZAN, deputata al Parlamento Europeo (S&D, Croazia)
Romana JERKOVIĆ, deputata al Parlamento Europeo (S&D, Croazia)
Tonino PICULA, deputato al Parlamento Europeo (S&D, Croazia)